Mallnitzer Tauern
Seguendo le orme di Gilbert e Churchill ne "Le Montagne Dolomitiche"
La traversata dei Tauri da Mallnitz a Bad Gastein.
Un'escursione fantastica
Seguendo le orme di Gilbert e Churchill ne "Le Montagne Dolomitiche"
La traversata dei Tauri da Mallnitz a Bad Gastein.
Un'escursione fantastica
... Il posto si chiama "Nassfeld" (campo bagnato) e dà nome al passo. Un'ora dopo raggiungemmo le baite e fummo condotti ad una di esse, situata dietro ad un letamaio. All'interno due viandanti stavano asciugando calze e stivali e si riscaldavano con un buon caffè, proprio ciò che ci voleva - così ci dissero - dopo che avevano attraversato un tratto innevato. Erano due austriaci i quali, di ritorno dall'India, erano sbarcati a Trieste ed ora si recavano a Vienna percorrendo questi luoghi remoti. Formaggio di capra e pane fu tutto ciò che si potè avere in aggiunta al caffè e quando pagammo, inclusa la tariffa modesta delle guide, ci furono inaspettatamente strette di mano, ed anche baciamani, ad esprimere gratitudine. ...
Il percorso esatto si eleva subito sul pendio, che è segnato da numerose piste tracciate dall'individuale capriccio di mucche, capre, pastori e viandanti durante tanti anni. L'erba finisce presto e lascia posto ad una roccia schistosa, ove dei pali inclinati dalle intemperie e dal peso della neve indicano la strada verso l'alto. È una ripida arrampicata; le capanne in basso sono già simili a piccoli giocattoli e i viaggiatori diretti a Vienna, usciti dalla baita sembrano capocchie di spillo sull'erba. Poi tutto si perse nella nuvolaglia che scivolava in fiocchi attraverso il sentiero e ribolliva in un nero abisso a destra, le cui rocciose pareti apparivano e scomparivano nell'alterno fluttuare di quella silenziosa matassa. Improvvisamente la neve balenò in mezzo alla turbinante foschia e noi procedemmo faticosamente lungo un'erta sdrucciolevole, che ci riportava sulla roccia nuda e luccicante, e da cui il sentiero si vedeva serpeggiare in alto, verso una cresta. Sembrava che fosse quella la sommità ma più oltre ecco una discesa ripida in un ampio avvallamento, nel cui fondo si addensavano le nubi, e poi un'altra cresta che si stagliava nitida nell'aria caliginosa. Quello era il passo e in pochi minuti di veloce discesa arrivammo ad una rozza costruzione in muratura, la "Tauern Haus" o Ospizio; un solitario custode, che se ne stava all'ingresso, pesantemente architravato, si precipitò all'interno, come ci avvicinammo, per ravvivare le braci nel caminetto. Eravamo a due ore di cammino dalle baite.
Da quella bassa porticina quale vista! Forme e colori crebbero davanti ai nostri occhi: l'ampio panorama di una profonda valle azzurrina, aperta sotto archi di nubi e vette illuminate dal sole e serrate in lunga teoria, tutto si fondeva in una deliziosa foschia. Quella valle era incisa nel cuore stesso della Carinzia...
J. Gilbert, G.C. Churchill, Le Montagne Dolomitiche, ed Sentieri, cap 1.